L’indagine internazionale “Health Wellness and Nutrition è stata condotta su un campione di 30.000 individui in 60 Paesi, tra i quali l’Italia. Vediamo i dati del nostro Paese. Il 57% degli italiani si considera sovrappeso, mentre il 53% (era il 46% nel 2011) vorrebbe dimagrire. Tuttavia solo il 16% in media è fortemente propenso a pagare di più per prodotti salutistici e l’89% non è disponibile a sacrificare il gusto.
Giovanni Fantasia, l’amministratore delegato di Nielsen, azienda leader mondiale nelle soluzioni e informazioni di marketing, ha spiegato come tra i tratti distintivi degli alimenti sono state identificate tre macro-aree di offerta.
Back to basics: tra le caratteristiche maggiormente ricercate dagli italiani troviamo i prodotti al 100% naturali (considerati importanti dal 45% della popolazione), senza coloranti artificiali (indicati dal 43%), OGM free (per il 42%), fatti con vegetali/frutta e senza aromi artificiali (36%), ricchi di fibre (30%), biologici e con aromi naturali (26%). A conferma di questo interesse, i cibi biologici hanno fatto registrare nel 2014 un fatturato pari a 866 milioni di euro, in crescita del 14% rispetto all’anno precedente, lo zucchero di canna 51 milioni di euro con un +16% e il miele 116 milioni di euro, con un +6%. Questi dati si collocano in evidente controtendenza rispetto al resto del grocery, costituendo un driver per il ritorno al consumo di qualità degli italiani.
Less is more: i prodotti “alleggeriti” spesso offrono un vantaggio per la salute; è molto importante l’assenza di colesterolo nei cibi (per il 35% degli intervistati), di grassi (29%), di sodio (28%), di zucchero (27%), di calorie (22%). Gli italiani, inoltre, sono interessati alle porzioni controllate (21%), senza carboidrati (18%), a basso contenuto di fruttosio (16%), senza caffeina (12%), senza glutine (11%). Diversi prodotti leggeri e più facilmente digeribili sono cresciuti nell’ultimo anno: patatine e formaggi light (fatturato pari a 25 milioni di euro, +10%), latte senza lattosio (477 milioni di euro, +15%) e lavorati senza glutine (101 milioni di euro, +31%). In particolare, l’aumento del consumo di patatine è anche conseguenza della tendenza degli italiani a organizzare momenti di svago in casa, effetto dei tagli nelle spese per l’intrattenimento fuori casa dovuti alla crisi.
More is more: avere “di più” di alcuni nutrienti è importante, in particolare gli ingredienti integrali (caratteristica ritenuta rilevante dal 22% del campione), prodotti arricchiti di calcio (19%), a valore elevato di proteine e vitamine (18%), fortificati con minerali (16%), ricchi di grassi insaturi (15%), con considerevole presenza di micronutrienti (11%).
Nelle vendite si è misurato un incremento degli integratori. Per ciò che concerne le strategie per perdere peso, si legge nella ricerca, il 75% intende cambiare la dieta (era l’83% nel 2011), il 73% fare esercizi fisici (54% nel 2011).
Tra i cambiamenti più diffusi nella dieta, emerge ancora dalla ricerca, la lotta ai grassi rimane la priorità assoluta con il 64% delle risposte. Si riscontra, invece, un calo della popolazione che intende rinunciare a cioccolato e prodotti zuccherati: nel 2011 il 65% degli intervistati, nel 2014 “solamente” il 44%.
Il cibo viene visto come fonte di benessere da un maggior numero di persone. Proposte salutistiche possono quindi offrire vantaggi a chi li propone, anche nel mondo dei pubblici esercizi. “Innovare e investire sulla diffusione di prodotti che forniscono benefici legati alla salute è dunque una strategia vincente”, rileva la Nielsen. “Ne è un esempio la crescente diffusione di stevia, dolcificante naturale utilizzato al posto dell’aspartame, e la diffusione di prodotti a base di mais e riso. Si rende necessaria una comunicazione chiara e trasparente per raggiungere il consumatore con un messaggio credibile e verificabile: non solo etichette, ma anche un impegno diretto del produttore e del distributore possono portare un valore aggiunto”.
FONTE: LA CASA FUORI CASA
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